Az.Agr.Agostini Renzo

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Il terreno si è formato nel corso dei millenni dalla disgregazione delle rocce.
I componenti del terreno sono:
argilla, sabbia, ghiaia, humus, calcare, microflora e microfauna, acqua, aria, anidride carbonica ed elementi fondamentali alla vita dei vegetali quali azoto, fosforo, potassio, ferro, magnesio, boro, silicio, zinco, manganese, ecc...

Fondamentale che il terreno sia in grado di trattenere l’acqua e far circolare l’aria

PERCHÈ SONO COSÌ IMPORTANTI QUESTI ELEMENTI?

AZOTO: E' l'elemento che spesso manca sui nostri terreni, è il motore della vita vegetale. La carenza di azoto si nota perché le foglie hanno un colore verde chiaro e tendono ad ingiallire.


FOSFORO: questo importante elemento favorisce lo sviluppo della pianta, la fioritura e la fruttificazione. Al contrario se è carente, rende difficile lo sviluppo della clorofilla e le foglie delle piante assumono un colore verde-rossastro. 


POTASSIO: svolge un'azione di facilità nell'assimilazione degli elementi indispensabili alla vita delle piante. L’ispessimento delle pareti cellulari, la colorazione dei frutti. 


BORO: combatte i danni provocati da un'eccessiva presenza di calcare nel terreno.


FERRO: è necessario nel processo di fotosintesi clorofilliana. La sua mancanza fa ingiallire precocemente le foglie. 


MANGANESE: le foglie soffrono di eccessiva secchezza se manca questo elemento.


ZINCO: la sua carenza risulta nociva per lo sviluppo delle piante.


CALCIO: corregge l'eccesso di acidità nel terreno. In carenza di calcio, i fenomeni clorotici iniziano dalla parte superiore della pianta. Alcune piante, in particolare Pomodori San Marzano soffrono di carenza di questo elemento che porta al marciume apicale (Sedere Nero). 


MAGNESIO: è presente nella pianta come composto organo-minerale nelle clorofilla, la cui formazione è indispensabile. La carenza inizia dalle foglie basali con giallume.


ZOLFO: ha funzione plastica, nei terreni alcalini corregge e abbassa il pH. 


RAME: nella pianta si trova nelle parti vitali (foglie) e negli organi in via di accrescimento. La carenza ritarda lo sviluppo della pianta e le foglie rimangono di piccole dimensioni. 

I PRINCIPALI TIPI DI TERRENO

Terreno fertile: È quello ricco di sostanza organica, letame, foglie, rami secchi, piante da sovescio (trifoglio, lupino, ecc.) che piano piano viene trasformato in sostanza nutritiva (humus), dai microrganismi presenti nel terreno.

Terreno sabbioso: essendo molto asciutto non riesce a trattenere l'acqua, è pertanto un terreno povero, in quanto le sostanze nutritive scivolano via facilmente dovendo irrigare molto spesso. 

Terreno argilloso: molto compatto, trattiene l'umidità anche nei periodi di siccità, dove però si spacca in superficie. Ha un cattivo drenaggio per cui la pianta stenta a radicare. 

Una volta individuate le caratteristiche del terreno si può verificare con appositi strumenti anche il Ph (composizione chimica del terreno), per verificare la compatibilità con i tipi di piante che noi vorremmo mettere a dimora. 


Qualora il terreno sia particolarmente argilloso, quindi poco propenso a far respirare gli apparati radicali, consigliamo sempre di apportare abbondante letame maturo e compost (STALLATICO AGROSTALL SFARINATO), un correttore naturale di PH come ZOLFO VENTILATO e al momento del trapianto, utilizzare terra fine e torba attorno ad ogni piantina di qualsiasi varietà. Il mancato sviluppo degli apparati radicali comporta una mancata crescita della pianta con conseguente morte della stessa per attacchi fungini e di parassiti. 


Se invece il terreno è sabbioso, è facile da lavorare ma la sostanza organica si mineralizza molto rapidamente. In questi terreni andrebbe apportato sostanza organica e humus vegetale  macinati, noi consigliamo STALLATICO AGROSTALL SFARINATO alla dose di 4/5 kg per m2 arieggiando bene il terreno, con l'aggiunta di compost. In post-trapianto dopo l’attecchimento concimare con regolarità. 

COME LAVORARE IL TERRENO?

Come iniziamo la preparazione del terreno in vista del trapianto delle giovani piante?

Attraverso l’utilizzo di due strumenti fondamentali: uno è la vanga e uno è una forca  a cinque denti, che raggiunge una profondità di lavorazione di circa 25 cm..


Quando è che la vangatura è indispensabile?

La vangatura del terreno è indispensabile nel periodo autunnale, prima delle piogge quando si ripulisce il terreno per il riposo invernale. In primavera e in estate, invece è preferibile arieggiare il terreno oppure lavorarlo superficialmente. Risulta quindi importante lavorare il terreno per ripulirlo da graminacee, sassi e pietre, per facilitare il disseccamento delle piante infestanti quali gramigna e avena selvatica, per facilitare l’azione strutturante del gelo sulle zolle durante l’inverno, per interrare la sostanza organica come il letame maturo e infine per disturbare i roditori che infestano il terreno.

Chi possiede Terreni molto ricchi di humus può evitare la vangatura invernale lavorando superficialmente il terreno a primavera. 

COME CONCIMARE IL TERRENO?

Nel corso degli anni, utilizzando sempre la stessa area di coltivazione, si può ridurre la fertilità dell’orto familiare.


Come possiamo quindi ripristinare una buona fertilità per produrre piante senza l’utilizzo di prodotti chimici?


Per prima cosa è necessario apportare abbondante sostanza organica come letame maturo bovino o equino (4/5 kg/m2) + compost (3/4 Kg/m2); per chi non ha disponibilità di letame maturo deve apportare letame in pellet sempre di bovino o equino (250/300 gr/m2) + compost (3/4 Kg/m2).


Tutto questo è fondamentale farlo, come detto in precedenza, o nel periodo autunnale o a inizio primavera, almeno un mese prima del trapianto. L’apporto di queste sostanze per poter essere efficace e rendere fertile il terreno deve subire la trasformazione del concime in humus e questo avviene grazie alla presenza nel terreno dei microorganismi quali aminaci, protozoi, vegetali, batteri, funghi, alghe che ne attivano la mineralizzazione.


Se la concimazione del terreno avviene in primavera o d’estate e non piove, bisogna bagnare spesso il terreno in modo che inizi il processo di arricchimento del terreno stesso. Se concimate e non annaffiate il terreno, quando andiamo a trapiantare le giovani piante, il concime si comincia a sciogliere e brucia le radici delle piante impedendone la crescita. 


La concimazione deve avvenire almeno 40 giorni prima del trapianto con irrigazioni abbondanti e regolari fino a qualche giorno prima del trapianto. Nel caso in cui d’estate (luglio e agosto) si possa verificare mancanza d’acqua e non sia possibile preparare il terreno adeguatamente, iniziare le operazioni nei mesi di maggio e giugno.

Un altro step fondamentale nella preparazione di un terreno adeguato, che serve per evitare che gli apparati radicali delle piante vengano colpiti da diverse malattie, è la sua sanificazione. Argomento che però tratteremo in questo post.


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